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Tutele relative alla vulnerabilità e alla sizurezza del territorio

 

Art. 2.17 Sicurezza idrogeologica: perimetrazione e classificazione delle aree a rischio da frana

1. Il PSC individua le aree a rischio idrogeologico e le aree da sottoporre a misure di salvaguardia, nonché le misure medesime, con le finalità generali della riduzione del rischio idrogeologico, della conservazione del suolo, del riequilibrio del territorio ed del suo utilizzo nel rispetto del suo stato, della sua tendenza evolutiva e delle sue potenzialità d'uso.

2 Il PSC recepisce e integra gli articoli del Titolo 6 del PTCP "Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica", che sua volta recepisce e integra gli articoli da 5 a 14 del PSAI, le corrispondenti norme degli altri Piani Stralcio di assetto idrogeologico, nonché gli artt.26, 27, 29 del PTPR).
In particolare il PSC riporta:
- i limiti delle Unità Idrogeomorfologiche Elementari (UIE), a cui sono riferite le classificazioni e disposizioni degli artt. 6.2-6.9 del PTCP
- le classificazioni delle UIE in relazione al livello di rischio, alle attitudini alle trasformazioni urbanistiche, le aree a rischio di frana interessate da provvedimenti di zonizzazione da parte dell'autorità di bacino del Reno, di cui al comma 3dell'art.6.1 del PTCP.

3 Il PSC recepisce l'art.6.2 del PTCP "Aree a rischio di frana, e la specifica suddivisione nelle zone a diverso grado di pericolosità:
zona 1 - area in dissesto
zona 2 - area di possibile evoluzione del dissesto
zona 3 - area di possibile influenza del dissesto
zona 4 - area da sottoporre a verifica
zona 5 - area di influenza sull'evoluzione del dissesto.

4. Zone soggette a vincolo idrogeologico. Il PSC recepisce nella Tav. 2 le aree soggette a vincolo idrogeologico ai sensi del RDL 30.12.1923 n. 3267 e s.m. Gli interventi in queste zone sono sottoposti all'iter previsto dalle relative norme di Legge (RDL 30.12.23 n° 3267, RDL 16.5.26 n° 1126, LR 6/84).

Art. 2.18 Aree in dissesto - Aree di possibile evoluzione e aree di influenza del dissesto - Aree da sottoporre a verifica

1 Nelle aree in dissesto di cui all'art. 6.3 del PTCP non è ammessa la ricostruzione di immobili distrutti o la costruzione di nuovi fabbricati e nuovi manufatti né di nuove infrastrutture. In tali aree sono consentiti gli interventi e le opere di cui al comma 2 dell'art. 6.3 del PTCP, da sottoporre a verifica preliminare dell'Autorità di Bacino. Sui manufatti ed edifici tutelati,a i sensi del comma 3 dello stesso articolo, non sono ammessi ampliamenti e il cambio d'uso è ammesso solo se determina diminuzione del carico urbanistico.

2 Nelle aree di possibile evoluzione e nelle aree di influenza del dissesto, di cui all'art. 6.4 del PTCP, all'esterno del territorio urbanizzato non è consentita la realizzazione di nuovi edifici, impianti o infrastrutture, salvo gli interventi elencati al comma 2 dello stesso articolo (modesti ampliamenti degli edifici esistenti, infrastrutture e impianti a servizio di insediamenti esistenti, ecc.), da sottoporre a verifica preliminare dell'Autorità di Bacino.

3 Nelle aree da sottoporre a verifica, di cui all'art. 6.5 del PTCP, si applicano le prescrizioni di cui al comma precedente, fatta salva, per la previsione e attuazione di diverse scelte urbanistiche, l'obbligatorietà di effettuare verifiche di stabilità dell'area secondo la "Metodologia per la verifica della stabilità dei corpi di frana" prodotta dall'Autorità di Bacino.

 

Art. 2.19 Norme per la realizzazione di interventi urbanistico-edilizi e per gli usi agroforestali nelle aree a rischio da frana

1 Nelle aree di cui al comma 3 dell'art. 2.18 e nelle zone 1, 2, 3 e 5 di cui all'art. 6.2 del PTCP, gli interventi ammessi su aree, infrastrutture, impianti, edifici e manufatti sono subordinati al rispetto delle prescrizioni elencate al comma 1 dell'art. 6.6 del PTCP.

2 Nelle aree di cui al comma 3 dell'art. 2.18 valgono le prescrizioni agroforestali di cui al comma 1 dell'art. 6.7 del PTCP, e le lavorazioni agricole sono vincolate dalle prescrizioni di cui al comma 2 dello stesso art. 6.7.

 

Art. 2.20 Elementi a rischio da frana da sottoporre a verifica

1 Ai sensi dell'art.6.8 del PTCP, le aree dei bacini montani non ricadenti nelle perimetrazioni di cui al comma 3 dell'art.2.18, sono articolate in Unità Idromorfologiche Elementari a diverso grado di rischio, da "molto elevato" (R4) a "rischio moderato" (R1), e si applicano le disposizioni di cui ai commi 2-5 dell'art.6.8 del PTCP.

2 Nelle seguenti località, individuate cartograficamente, il PSC definisce, sulla base delle risultanze delle analisi geologiche sviluppare e in approfondimento delle analisi contenute nelle relative schede delle U.I.E dell'Autorità di Bacino del Reno, schede di valutazione del rischio. Si tratta di:
- Località Farneto (scheda 32 del PSAI), la strada ed alcuni edifici sono raggiungibili dalla zona di arrivo di esistenti colate e slide. Oggi in stato di quiescenza;
- Strada del Villaggio Martino costruita al contatto tra due formazioni geologiche con diverso comportamento, richiede un monitoraggio visivo annuale.
- Località Castel de' Britti (scheda 172 del PSAI) in cui alcuni edifici sono estremamente vicini alla zona di distacco (corona) di slide con evoluzione retrogressiva, attualmente quiescenti, richiede monitoraggio annuale o stagionale.
Per tali aree, in applicazione della zonizzazione delle U.I.E. in funzione della attitudine alle trasformazioni urbanistiche eseguita dall'Autorità di Bacino del Reno, valgono le seguenti prescrizioni:
- Località Farneto: (scheda 32): considerando da un lato il tipo di evoluzione relativamente prevedibile dei processi franosi attivi sul versante di Farneto, e dall'altro le dimensioni relativamente contenute dell'area interessata, si ritiene che una riduzione sensibile dei rischi di dissesto dell'area sia conseguibile tramite un unico intervento esecutivo di sistemazione idrogeologica e consolidamento globale del versante dal costo relativamente contenuto. A questo scopo si ritiene prioritaria soprattutto l'esecuzione di una campagna di indagini geognostiche finalizzata a determinare spessori e caratteristiche geomeccaniche e idrogeologiche delle coperture di terreni argillosi potenzialmente instabili, e una verifica generale della rete scolante del versante, con particolare riguardo ai fossi privati e alle opere di regimazione pubblica connesse alla Strada Comunale.
- Località Castel de' Britti (scheda 172): sulle scarpate in roccia, dopo un'opera di bonifica e disgaggio dei massi pericolanti, potrebbe essere realizzata una rete di protezione. Per quanto riguarda i problemi legati al carsismo nelle rocce gessose potrebbe essere studiato un consolidamento dell'ammasso roccioso della zona su cui è ubicata la chiesa, oltre ad una revisione completa della rete scolante di tutta la zona, con regimazione sia delle acque di origine meteorica che di quelle antropiche.